I manoscritti degli antichi storici e geografi Greci risalenti al 6° e 4° sec. a.C. testimoniano di un piccolo villaggio di pescatori, e i reperti archeologici di dimore umane risalenti a quell’epoca. I lineamenti urbani di Parenzo si riscontrano in una regolare distribuzione geometrica, contraddistinta dalle vie principali Cardo Maximus e Decumanus, e dal foro romano Marafor (derivante dal latino Maior Forum), la piazza centrale. Lo status di città, altresì di Municipium, Parenzo lo ottenne nella prima metà del 1° sec. a.C. quando acquisì il nome di Colonia Iulia Parentium.
Mauro, il primo vescovo di Parenzo, fu vittima di una delle tante persecuzioni rivolte contro i Cristiani, avvenuta nel 3° sec. d.C., divenendo poi il patrono della città. Il vescovo Eufrasio fece costruire una basilica – un cimelio dell’architettura famoso in tutto il mondo, divenuto nel 1998 patrimonio mondiale tutelato dall’UNESCO.
Il dominio più lungo sulla città, durato oltre cinque secoli, lo esercitò la Serenissima. Con la dissoluzione della Repubblica di Venezia, Parenzo ricadde sotto un breve dominio dell’Impero d’Austria, seguito già nel 1805 dall’avvento dell’Impero francese di Napoleone. Dal 1815 al 1918 la città ritorna nuovamente agli austriaci. È un motivo di vanto per la città il fatto che sotto il dominio della monarchia Austro-Ungarica nel 1861 divenne capitale dell’Istria e sede della Dieta istriana quale massima autorità regionale. Nel 1943 Parenzo, con il resto dell’Istria, fu annessa alla Croazia, all’epoca parte della Jugoslavia, divenuta nel 1990 stato indipendente.